Adagiata lungo una stretta vallata, Modica conserva il tipico aspetto di una città arroccata. I suoi quartieri s’inerpicano come nidi di roccia, interrotti dal tufo rosato dei suoi palazzi e degli edifici religiosi barocchi e tra questi, le due chiese madri: San Pietro e San Giorgio, entrambe ricostruite dopo i disastrosi terremoti del 1613 e del 1693.
Su di un sperone roccioso, dominano ancora i resti del castello dei Conti. Le cadenti mura raccontano una lunga storia. Il maniero, inteso come rudimentale fortezza, risale al XIII secolo a.C.. Una deliziosa chiesetta in stile liberty costeggia una stretto passaggio che conduce alla sommità dello sperone roccioso dove si erge, dal XVIII secolo, la torre dell’orologio, simbolo della città.
Un suggestivo panorama si gode, invece, dalla terrazza che borda la facciata destra del castello, dominata dai resti della torre poligonale; quella cinta muraria che si apriva poi sul contado.
Tra dedali di viuzze che legano la parte bassa a quella alta della città, una sosta è d’obbligo al numero 84 di via Posterla: Casa Quasimodo è il luogo che accolse i primi vagiti del futuro poeta e premio nobel per la letteratura. Qui si raccoglie parte dell’archivio del poeta; la Olivetti 32, usata negli ultimi anni di vita, la sua stilografica, le sue foto e le sue lettere.
Al termine di una delle arterie più suggestive di Modica, via Grimaldi, merita una visita la piccola chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore, prezioso esempio della confluenza fra civiltà orientale ed occidentale. Della chiesetta rupestre dedicata a San Nicolo inferiore e realizzata nel XII secolo, a seguito dei terremoti e dei successivi rimaneggiamenti, rimane pressoché integra la porzione absidale, ricchissima però di decorazioni pittoriche. Questi cicli di pittura la rendono una delle chiese rupestri più importanti e particolari in Sicilia. I quattro strati di intonaco e pitture che è possibile distinguere, sono il frutto della continuità nell’utilizzo del sito e si differenziano stilisticamente per la presenza di pannelli in stile bizantino ed altri, con evidenti elementi tardo manieristici.
Dal duomo di San Pietro inizia via Garibaldi che, con una serie di tornanti, conduce su, a Modica Alta, offrendo delle splendide vedute e suggestivi scorci. Nella parte superiore della città, è imponente la chiesa di San Giovanni Evangelista, posta sulla sommità di una ampia scalinata che conferisce al tempio slancio e maestosità. Lungo la scalinata si elevano ventisei pilastri che, un tempo, sorreggevano altrettante statue. Oggi, ne rimangono solo tre. La barocca facciata, costruita nel 1839, si presenta su due ordini ravvivati da due coppie di colonne nel corpo centrale.
La scenografica scalinata della monumentale chiesa di San Giorgio si snoda a più rampe: ben 250 gradini la compongono. San Giorgio è, sicuramente, uno dei capolavori artistici più significativi di Modica. Il sisma del 1693 ha danneggiato il tempio in modo talmente grave che è stato necessario riedificarlo secondo un nuovo progetto. Si è occupato di questo progetto l’architetto Gagliardi; validissimo professionista che con questa chiesa, ha creato quello che è stato il prototipo di tutte le altre chiese della Sicilia del ‘700. La colossale scalinata, costruita per colmare un notevole dislivello, s’inerpica fino alla chiesa attraverso quattro rampe che sembrano formare un calice. Dai gradini si possono ammirare ampi panorami della parte bassa della città.
L’interno di San Giorgio è riccamente ornato di stucchi. La pianta è divisa da cinque navate che all’incrocio con il transetto, danno luogo ad una aerea cupola centrale e a due cupolette laterali. Molti sono i tesori custoditi in questa chiesa. I sapienti stucchi, la giusta luce, le artistiche decorazioni degli arredi sacri conferiscono solennità al duomo.
Proseguendo per corso Umberto, il salotto dei modicani, si giunge ad un crocevia, piazza principe di Napoli che si apre alla confluenza dei due torrenti Janni Mauro e Pozzo dei pruni, coperti dopo la grande alluvione del 26 Settembre 1902, dando vita al corso Umberto e alla via Marchesa Tedeschi. La piazza è dominata dallo sperone roccioso dove sorgeva anticamente il Castello dei Conti. Lungo corso Umberto si incontrano magnifici palazzi nobiliari, riconoscibili dai balconi decorati da stupendi mensoloni; palazzo Moncada e palazzo Grimaldi sono solo due piccoli, grandi esempi delle antiche, aristocratiche strutture che esistono a Modica.
Su corso Umberto sorge, inoltre, il Duomo di San Pietro, patrono della città. San pietro è posto all’apice di una imponente scalinata, animata dalle statue degli apostoli. A Pasqua, ai piedi della gradinata, si incontrano i simulacri della Madonna e del Cristo risorto tra un tripudio di folla che acclama l’avvenimento: si tratta della festa della Madonna Vasa Vasa. L’architettura dell’edificio non presenta caratteristiche stilistiche unitarie, essendo il risultato di due diversi momenti progettuali.
A pochi metri dal Duomo di San Pietro non mancate una vista gustosa all’Antica Dolceria Bonajuto, “la più antica fabbrica di cioccolato della Sicilia, meraviglioso tempio del cioccolato di Modica lavorato a freddo. Dal 1880, Francesco Bonajuto, seguendo le orme del padre, aprì la sua piccola bottega dolciaria immersa nel meraviglioso barocco di Modica; da quella bottega cominciarono ad uscire squisitezze d’origine araba e spagnola frutto di una tradizione secolare. Tradizione che continua ancora oggi con Franco Ruta, ultimo discendente di questa lungimirante dinastia di artigiani del cioccolato.
La storia del cioccolato prodotto da Bonajuto, si snoda lungo un unico filo conduttore che, procedendo storicamente a ritroso, unisce la Sicilia ed in particolare la Contea di Modica, alla Spagna e trova infine le sue radici nella meravigliosa civiltà cerimoniale meso-americana, quella degli Aztechi, gli antichi abitanti del Messico”. Ma se volete saperne di più andate nella nostra sezione “soste golose” e troverete un articolo tutto dedicato alla mitica Antica Dolceria Bonajuto
Imboccando la via Marchesa tedeschi, vi è, subito, sulla destra il palazzo municipale, l’attigua chiesa di S.Domenico ed il convento annesso. Il cortile del palazzo comunale ospita alcune colonne che sostengono archi a tutto sesto. Una lapide segna il livello dell’acqua raggiunto durante l’alluvione. La vicina chiesa ed il convento annesso dedicati alla Madonna del Rosario sono stati edificati nel 1631. Le quattro nicchie e le quattro statue che circondano la porta d’ingresso sulla quale è posto lo stemma dei domenicani, rappresentano un notevole esempio d architettura settecentesca modicana.
Tante altre sono le cose da vedere a Modica, ma prendetevi una sosta ristoratrice ed entrate nell’osteria La Rusticana in via Medaglie d’Oro, a due passi dalla stazione ferroviaria. Si tratta di una trattoria semplice, con una cucina legata alle stagioni e alle materie prime fresche e di stagione. Per cominciare, da non perdere, le tipiche scacce modicane, focacce imbottite di salsiccia e ricotta o di patate e cipolla. Poi la salsiccia secca, la gelatina di maiale, qualche fetta di caciocavallo ragusano e di pecorino e, soprattutto le frittate di ortaggi freschi: cipolla, patate, asparagi, zucchine.
Tra i primi, ravioli di ricotta al sugo di maiale, cavati alla norma, gnocchi di patate, minestroni di verdure, zuppe di legumi e quello per cui vale un viaggio entrare in questa osteria: i lolli, pasta fatta in casa, con le fave cottoia (secche o fresche). Il coniglio alla stimpirata, lo spezzatino con le patate o con i piselli, l’agnello al forno, le polpette di carne, il bollito, il fegato con le cipolle, la frittata con fave e ricotta arricchiscono l’offerta dei secondi in un crescendo di profumi e sapori legati al territorio che state visitando. Si pranza e si cena con una spesa media di 20-25 euro.