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«[…] Mi attendeva però l’incognita del mare, la speranza che fosse piatto, la quasi certezza che fosse infuriato. Si, perchè il mare di Puntasecca è così. Furioso e violento quando lo aspetti con ansia, quando il caldo asfissiante della città ti scioglie anche i pensieri e l’unico desiderio sarebbe quello di tuffarsi nelle sue acque cristalline. E poi placido e incantevole quando meno te lo aspetti, quando magari non hai neanche voglia di entrarci ma è così bello che il suo richiamo ti incanta, la sua bellezza ti innamora. In quella estate del ’93, alla soglia dei miei soli 7 anni, il mare di Puntasecca mi accolse calmo come mai lo avevo visto e come mai mi sembrò più di vederlo».

I ricordi di una bambina ci restituiscono l’immagine incantata e rassicurante di un luogo che da un po’ di tempo a questa parte non si lascia più sorprendere in modalità placida e invitante, soprattutto nel periodo estivo, quando Punta Secca è invasa dai turisti che vanno a caccia del selfie con la casa del commissario Montalbano a fare da scenografia. Siamo a Marinella, frazione marinara di Vigata, luogo immagginario creato dal genio letterario di Andrea Camilleri, dove il protagonista della serie letteraria e televisiva italiana più celebre di tutti I tempi, si lascia andare in rilassanti nuotate che gli permettono di azzerare i pensieri e trovare le intuizioni che gli fanno risolvere intricati deliltti.

Ma il luogo televisivo è reale. Quella bambina è Costanza DiQuattro, autrice di un libro di memorie dedicato alla casa dei nonni, la stessa resa celebre dalla serie televisiva ispirata ai gialli di Camilleri. Tanto minimale e intima nella finzione che deve obbedire al carattere schivo e solitario del personaggio interpretato da Zingaretti, quanto piena di vitalità e ospitale nei racconti della vera inquilina, protagonista de “La mia casa di Montalbano”.

Per trovare lo stesso clima placido e rassicurante del ’93 bisogna venire a Punta Secca in inverno, quando le acque cristalline e la spiaggia di sabbia fine sono solitarie come la Torre Scalambri, fortilizio difensivo costruito nel XVI secolo, ed il faro alto 35 metri realizzato per volere del governo Borbonico nel 1859. Il borgo marinaro, oggi meta di bagnanti e turisti, ha attraversato molti secoli della storia Siciliana: è stato bizantino, arabo e normanno e nel Settecento ha ospitato uno stabilimento per la conservazione del pesce.

Oggi come ieri, nonostante la pazza folla, riesce a regalare istanti di placida armonia come quelli descritti dalla vera inquilina della casa di Montalbano.

«Ci tuffavamo, il mare era limpido e azzurro, piatto fino alla noia, caldo come una vasca da bagno e brulicante di bagnanti del ferragosto. Ogni 9 agosto il mare si presentava così, rispondeva a quel patto segreto, uno dei tanti che il nonno aveva stipulato anni prima con Eolo […]» .

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