Fattoria Fabio è l’emblema dell’osteria di campagna. Circondata da ulivi, noccioli e alberi da frutta, si trova ad un paio di chilometri da Galati, sulla provinciale che porta alla litoranea Messina – Palermo.
Buona parte dei piatti della tradizione preparati da Salvatrice (coadiuvata dai figli Marco e Simone) dipendono dalla stagionalità dei prodotti dell’orto e del piccolo allevamento di suini e ovini gestito dai titolari. Giacomo e a l’altro figlio Francesco gestiscono la sala senza lesinare informazioni e consigli sulle portate.
Fritture di verdura, ortaggi, pasta di pane, frittate, formaggi (ricotta fresca di capra, il canestrato, la provola sfoglia stagionata, il primo sale grigliato) e salumi di suino nero con le melanzane arrosto con mentuccia caratterizzano la scelta degli antipasti. Non rinunciate in stagione alle melanzane impanate e fritte.
I ravioli con impasto di ortica e ripieno di patate, verdure fresche e conditi con crescione d’acqua e pomodorini sono la nuova offerta del periodo primaverile per quanto riguarda il menù dei primi anche questi molto influenzati dalla forte presenza dei Nebrodi. Come nel caso dei maccheroni impastati in casa con il ragù di suino nero, ingrediente quest’ultimo utilizzato con le zucchine per il timballo di tagliatelle fresche e per gli involtini di maccheroni (entrambi su ordinazione). Da provare anche le tagliatelle con i funghi porcini, con le verdure spontanee o con i carciofi e i ravioli di ricotta con pistacchi.
Nei secondi una chicca è rappresentata dalla indigena pecora galatese nella cui carne sono presenti Omega 3 e grasso insaturo (come nel caso del suino nero): arrosto di castrato di agnello, braciole di vitello e gli imperdibili agnello o capretto cotti in padella con le patate. Quasi sempre le carni provengono dall’allevamento casalingo.
Nella stagione, la cremolata di fragole vale da sola il viaggio, mentre il rosolio casalingo annaffia i tradizionali semifreddo alle nocciole o alle mandorle e le crocchette (sorta di brutti ma buoni) di nocciola. Un ottimo sfuso di Montallegro (Nero D’Avola e Cabernet) ed alcune etichette del territorio caratterizzano una cantina finalmente degna di nota.
Si pranza o si cena mediamente con 25 euro. Tutti santi e benedetti come dicevano le nostre mamme.